Perplexity ha lanciato Comet Plus , un nuovo abbonamento autonomo da 5 dollari al mese, incluso anche nei livelli Pro e Max, che garantisce agli utenti l'accesso a contenuti premium di editori e giornalisti di fiducia.
I ricavi derivanti dagli abbonamenti alimentano un programma di condivisione dei ricavi da 42,5 milioni di dollari , di cui l'80% è assegnato agli editori e il 20% trattenuto da Perplexity.
Cosa sta dicendo Perplexity?
Nel suo post sul blog , Perplexity afferma: "Comet Plus trasforma il modo in cui gli editori vengono retribuiti nell'era dell'intelligenza artificiale... è tempo di un modello di business che garantisca che editori e giornalisti traggano vantaggio dal loro contributo per un Internet migliore".
Il CEO Aravind Srinivas ha dichiarato a Bloomberg : "L'intelligenza artificiale sta contribuendo a creare un Internet migliore, ma gli editori devono comunque essere pagati... pensiamo che questa sia effettivamente la soluzione giusta e siamo lieti di apportare modifiche lungo il percorso".
Cosa significa (in parole umane)?
In poche parole, Perplexity sta lanciando una nuova offerta per browser, Comet Plus, che offre agli utenti giornalismo di alta qualità. Quando leggi o interagisci con quei contenuti tramite Perplexity, l'editore riceve un compenso pari all'80% del tuo abbonamento, quindi è una situazione vantaggiosa per tutti: tu leggi, loro guadagnano.
È il modo in cui Perplexity trasforma la condivisione dei contenuti in un affare equo, anziché nel vecchio modello "clicca e scorri" che spesso sottovaluta gli editori.
Collegare i puntini
La mossa arriva in un momento di crescente pressione legale: Perplexity deve far fronte a cause legali da parte di testate di proprietà di News Corp. come Dow Jones e il New York Post, oltre a lettere di diffida da parte di Forbes e Condé Nast.
Questo programma sostituisce il precedente Publishers Program di Perplexity basato sulla pubblicità e lo allinea più strettamente a un modello di compensazione basato sull'utilizzo , ovvero ricevere un compenso quando e come i contenuti vengono consumati nell'era dell'intelligenza artificiale.
La strategia segue anche le tendenze più ampie del settore: OpenAI, Google e altri hanno firmato accordi di licenza, ma Perplexity è tra i primi a premiare direttamente gli editori in base all'utilizzo dell'intelligenza artificiale nei loro contenuti.
In conclusione
Prezzi:
- 5 $ al mese per Comet Plus.
- Incluso anche nei livelli Perplexity Pro ($ 20/mese) e Max ($ 40/mese).
Professionisti
- Modello più equo: l'80% dei ricavi derivanti dagli abbonamenti va direttamente agli editori.
- Accesso ai contenuti premium: gli utenti ricevono articoli senza pubblicità da fonti attendibili.
- Protezione legale: dimostra uno sforzo proattivo in mezzo a cause legali e controlli sul copyright.
- Leadership nel settore: una delle prime aziende di intelligenza artificiale a implementare la condivisione dei ricavi basata sull'utilizzo.
Contro
- Ambito di applicazione limitato al momento del lancio: ne traggono vantaggio solo gli editori partecipanti.
- Adozione da parte degli utenti incerta: saranno sufficienti le persone che pagheranno 5 dollari quando esisteranno risposte AI gratuite?
- Entità del fatturato: un fondo da 42,5 milioni di dollari è significativo, ma esiguo rispetto a quanto guadagnano i principali editori da pubblicità o licenze.
- Divario di fiducia tra gli editori: permane lo scetticismo nei confronti delle aziende di intelligenza artificiale che utilizzano contenuti senza consenso.
Sollecitalo
“ Explain Perplexity's new Comet Plus subscription and revenue-sharing model: how it works, what it means for publishers, and how it compares to other AI content partnerships.”Prospettiva del team di Frozen Light
Il programma Comet Plus di Perplexity è un segnale importante nella continua lotta per definire il giusto valore di scambio tra piattaforme di intelligenza artificiale e creatori di contenuti. A prima vista, assegnare l'80% dei ricavi da abbonamenti agli editori sembra generoso, ma l'iniziativa solleva interrogativi più profondi.
In primo luogo, la portata rimane incerta. Un modello di abbonamento da 5 dollari al mese, anche con l'integrazione in piani tariffari più elevati, potrebbe non generare volumi sufficienti a compensare materialmente il calo strutturale dei ricavi pubblicitari digitali che gli editori devono affrontare. Per le principali redazioni, le somme coinvolte sono probabilmente modeste rispetto agli accordi di licenza negoziati con aziende come OpenAI o Google.
In secondo luogo, la sostenibilità del programma dipende sia dall'adozione da parte degli utenti che dalla partecipazione degli editori. I consumatori sono stati condizionati ad aspettarsi informazioni gratuite, mentre gli editori potrebbero essere cauti nel concludere accordi di condivisione dei ricavi con piattaforme che attualmente affrontano cause legali per l'utilizzo non autorizzato dei dati.
Infine, sebbene Comet Plus rappresenti un passo avanti verso la risposta alle critiche, non risolve la tensione fondamentale: le piattaforme di intelligenza artificiale si basano fondamentalmente sull'assorbimento di enormi quantità di contenuti degli editori per generare risposte, riducendo spesso la necessità per gli utenti di cliccare sulle fonti originali. La condivisione dei ricavi aiuta, ma potrebbe non essere sufficiente a ricostruire la fiducia o a creare un modello economico duraturo per il giornalismo nell'era dell'intelligenza artificiale.
In questo senso, Comet Plus è più un esperimento che una soluzione, che sarà attentamente esaminato dal settore. Se avrà successo, potrebbe diventare un precedente per bilanciare innovazione e responsabilità. Se fallirà, rischia di rafforzare lo scetticismo degli editori sul fatto che le aziende di intelligenza artificiale offrano concessioni simboliche piuttosto che riforme strutturali.